Il Corteo storico

Fin dagli anni ’60, il Palio di San Ginesio rappresenta una certezza per ogni membro della comunità. È il tratto identitario, prima ancora che storiografico, della collettività sanginesina.
Ogni partecipante lo ha vissuto come cammino di iniziazione alle pratiche civili e sociali, quasi come un avanzamento del proprio ruolo sociale all’interno del più ampio e variegato cammino della vita. Si inizia con l’essere paggetti, piccoli popolani con le armi di legno o con bambole di pezza.
Si cresce e si diventa armigeri, damigelle, popolane con il velo, dame, nobili del corteo comunale e delle porte.
Il Palio di San Ginesio, e più in generale ogni rievocazione storica – dal Ritorno degli Esuli alla Battaglia della fornarina – è tutto questo e molto di più. È l’orgoglio nell’indossare i colori della propria porta. È respirare aria di casa. È una certezza in questo mondo sfuggevole.
Il presente diventa passato, gli abiti si fanno di velluto e lana e dalle strade si levano echi di una gloriosa gara che vede contrapposte le quattro porte, oppure lo squillante suono delle chiarine della municipalità di Siena o le urla della Fornarina che allarma il popolo ginesino.
È celebrare fieramente la propria storia. È vivere fino in fondo l’anima della comunità. È evolvere, andare, ma tornare sempre.
Musiche, ritmi, paesaggi e volti che rievocano un eterno presente e un passato mai passato.
Questo è ciò che vogliamo raccontare ogni volta con il corteo storico.

Trenta armati – tra armigeri, alabardieri e balestrieri – sfilano accompagnando il corteo comunale. La spettacolarità del corteo comunale di San Ginesio è tutta nella storia: ogni ruolo trova la sua origine nello Statutorum Terrae Ecclesiasticae Sancti Genesii Volumen conservato nell’Archivio Storico del Comune.
Tutt’oggi, nell’impersonare le varie figure della municipalità dell’epoca, si cerca di mantenerne intatte le caratteristiche necessarie per accedere a quella carica, soprattutto rispettandone l’età anagrafica.

La dama del podestà e le sue ancelle impreziosiscono il corteo prettamente maschile: abiti sontuosi e maestosi che vengono indossati sempre con molta devozione e cura dei minimi particolari.

Ogni rione sceglie poi i suoi nobili, composti da tre coppie di dame e cavalieri, in rappresentanza di tutto il popolo ascarano, alvanetino, offunense e piceno. Durante il Palio, le dame sono le protagoniste – nel campo del palio – della cerimonia della consegna del fazzoletto: un rituale benaugurante per il fantino e per il cavallo.

Le popolane e i popolani, le bambine e i bambini, sempre in gran numero (siamo intorno ai centocinquanta partecipanti) con il loro tripudio di colori e vesti in cotone o garza, arricchiscono di vivacità, allegria e spensieratezza ogni manifestazione

Gli abiti del corteo storico di San Ginesio, patrimonio di inestimabile valore affettivo per ogni ginesino, vengono tirati a lucido durante il lungo inverno: viene sistemata la passamaneria, vengono rinforzati i fili che tengono i bottoni di velluto, vengono sistemati in ogni loro piccola parte con amore, dedizione e passione.
Ecco che dunque il corteo storico di San Ginesio non rappresenta solo un elemento decorativo durante le manifestazioni: ne è l’essenza. L’essenza di ognuno di noi che ha indossato, almeno una volta nella vita, quei costumi meravigliosamente nostri.

Torna in alto